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Tutto pronto per il nuovo redditometro. Ecco dove colpirà

03 Feb

redditometroTutto pronto per il nuovo redditometro. E’ finito il conto alla rovescia per l’avvio dello strumento che dovrebbe controllare la congruenza tra tenore di vita e reddito degli italiani. L’Agenzia delle Entrate ha ribadito che i controlli del redditometro 2014 non interverranno su un numero spropositato di casi, ma solo su quelli più eclatanti, dove gli scostamenti saranno più rilevanti, da rendere obbligatoria una verifica. Tra le spese considerate dall’agenzia per scegliere i 35mila contribuenti da controllare ci saranno anche quelle per uso e manutenzione di casa e auto che potranno ricorrere – in assenza di alternative – alle medie Istat, già bocciate dal Garante della privacy per quanto concerne tutti gli altri ambiti. Vediamo nel dettaglio dove il redditometro può basarsi sulle medesime medie Istat.

1 – ACQUA E CONDOMINIO  >  Acqua e condominio rientrano tra quelle che in gergo tecnico l’Agenzia delle Entrate ha definito ‘spese per elementi certi’, ossia gli esborsi classici relativi all’abitare una casa. Si tratta di spese per cui l’Agenzia delle Entrate ha confermato che potrà tenere conto anche delle spese medie Istat nel calcolo, qualora non esistano già dati precisi in Anagrafe tributaria. In questo caso la spesa media calcolata dall’Istat viene parametrata ai metri quadri effettivi dell’abitazione. La circolare 24/E/2013 aveva calcolato un esempio per una coppia con un figlio residente nel Nord Ovest e in possesso al 50% di due immobili rispettivamente di 70 e 100 metri quadrati. Il meccanismo di attribuzione delle spese considera il valore medio Istat mensile di partenza (52,27 euro per l’anno 2009): si arriva così, in questo caso, a una spesa annua di 710,82 euro per acqua e condominio.

2 – LA MANUTENZIONE DELLA CASA  >  Anche la ricostruzione delle spese per la manutenzione ordinaria della casa potrebbe attingere ai valori medi Istat, qualora non esistano già dati precisi in Anagrafe tributaria.

3 – BENZINA E RICAMBI  >  Il possesso di auto, moto, caravan, camper si porta dietro una serie di spese per utilizzo e manutenzione. L’uscita relativa a ‘pezzi di ricambio, olio e lubrificanti, carburanti, manutenzione e riparazione’ potrebbe attingere ai valori Istat in assenza di informazioni presenti in Anagrafe tributaria. In questo caso il valore Istat di riferimento per il contribuente (a seconda di area geografica di residenza e tipologia familiare di appartenenza) verrebbe diviso per un coefficiente individuato dal provvedimento attuativo del redditometro e sarebbe moltiplicato per i chilowatt effettivi del o dei mezzi di trasporto posseduti.

4 – MOBILI ED ELETTRODOMESTICI  >  Tra le spese per elementi certi dovrebbero rientrare anche quelle relative al mobili o agli elettrodomestici connessi alla disponibilità di una casa. Qualora ciò non fosse espressamente escluso dalle Entrate, il Fisco potrebbe avvalersi, in assenza di informazioni già acquisite nei database, dei valori Istat.

5 – BENI E SERVIZI CASA  >  Biancheria, detersivi, pentole, lavanderia e riparazioni. Sono le voci che il nuovo redditometro chiama ‘altri beni e servizi per la casa’ e che dovrebbero rientrare tra quelle per elementi certi. Qualora ciò non fosse espressamente escluso dalle Entrate, varrebbe lo stesso meccanismo delle altre spese per elementi certi: senza informazioni già presenti in Anagrafe tributaria, il Fisco potrebbe attingere ai valori medi Istat (sempre a seconda di area geografica di residenza e tipologia familiare di appartenenza) “personalizzati” in base al numero di case di proprietà o in affitto.

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3 commenti

Pubblicato da su 3 febbraio 2014 in Politica e Istituzioni

 

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3 risposte a “Tutto pronto per il nuovo redditometro. Ecco dove colpirà

  1. PAOLA SPADONI

    4 febbraio 2014 at 21:19

    AVETE DIMENTICATO IL GRAVE RISCHIO CHE STA CORRENDO IL MONDO DELLA DISABILITA’ CON LE NUOVE NORME DELL’ISSE. ORA VI ALLEGO LA LETTERA CHE HO SCRITTO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ENRICO LETTA.
    Ill. Presidente Letta,

    mi chiamo Paola Spadoni e sono una cittadina italiana disabile, con gravi patologie a livello motorio e respiratorio. Le ragioni di questa mia lettera sono dovute alla grande preoccupazione per il prossimo futuro data l’imminente entrata in vigore del nuovo ISEE.

    Ora, prima di entrare nel merito del perché questo nuovo ISEE danneggia il cittadino disabile, vorrei spendere due parole per cercare di spiegare le condizioni di vita di chi ha gravi handicap che lo costringono ad avere costantemente bisogno di aiuto e sostegno per ogni attività, per ogni gesto quotidiano, scontati e naturali per chi non ha problemi, ma ostacoli insormontabili per chi vive questa realtà. Le sto descrivendo una situazione personale ma che è lo specchio di migliaia di altre situazioni simili alla mia.

    Vivere da disabile, oltre alle evidenti difcoltà fsiche facilmente intuibili, comporta tutta una serie di altri problemi: la scelta della casa ad esempio. Un disabile non può adattarsi a sceglierne una piccola e più economica magari nel quartiere preferito. Egli ha bisogno di spazi e di ausilii per potersi muovere (un bagno più grande, una camera più grande, porte adeguate allo spostamento in carrozzina). E questo ha un costo elevato. Egli deve adattarsi ai negozi più vicini per fare la spesa e non sempre sono i più economici. Per gli spostamenti ha bisogno di un’automobile grande e attrezzata con pedana elettrica. Personalmente ne ho dovuta acquistare una recentemente e anche se di seconda mano, è costata una cifra che non era alla mia portata, costringendomi a chiedere prestiti a parenti e amici. Volendo poi risparmiare sulla benzina come fanno tutti i cittadini italiani normodotati che prendono i mezzi pubblici, per il disabile non è possibile, dato che metropolitane e autobus, specialmente a Roma, sono inaccessibili. Inoltre la gravità delle patologie che afiggono una persona disabile non consente le attese della sanità pubblica. Per quanto mi riguarda spesso sono dovuta ricorrere al privato per esami, ecografe e quant’altro. Inoltre molti farmaci non sono convenzionati dal S.S.N.

    Fino ad oggi, attraverso lo strumento dell’ISEE, ho potuto accedere a servizi essenziali per la mia esistenza e, oserei dire, sopravvivenza, ma con i nuovi criteri di calcolo tali servizi saranno estremamente difcili da ottenere anche per coloro che hanno i redditi più bassi e per di più rischiano di diventare non più un aiuto ma una ricchezza. Mi rendo conto della necessità di stanare i “furbetti” e tutti coloro che aggirano le leggi dello Stato. Ma questo non deve essere fatto a spese e sulla pelle di migliaia e migliaia di persone fra disabili e loro familiari.

    Il mio personale desiderio (e non solo il mio) è che il Suo Governo riveda nell’ISEE ciò che riguarda la disabilità, ristabilendo i vecchi criteri di calcolo.

    Infatti, secondo il nuovo ISEE, voci come “assegno di accompagno”, “pensione di invalidità”, “assistenza domiciliare” diventano REDDITI e in quanto tali devono essere inseriti nel calcolo. Questo è paradossale! Tutte

    queste voci corrispondono a dei servizi che lo Stato ci dà e non possono essere considerati redditi dal momento in cui vengono dati per il nostro sostentamento. E non parlo solo di persone che non possono lavorare e che quindi dipendono totalmente da questi pochi soldi elargiti dallo Stato. Il problema si pone anche per coloro che si sono conquistati con grande sacrifcio un lavoro e quindi un reddito che in questo modo, sommato alle voci di cui sopra, lievita. Essi divengono improvvisamente ricchi (sulla carta) e automaticamente non possono più accedere a servizi essenziali. Così sono costretti a pagarli con il loro stipendio che però non può essere sufciente a coprire tutte le spese di assistenza, sanitarie, di vita quotidiana e quant’altro.

    Secondo le nuove logiche, inoltre, è sparito dal calcolo il coefciente dello 0,5 % per ogni disabile componente il nucleo familiare e questo contribuisce a far lievitare un reddito che, sottolineo, in realtà non esiste.

    L’inserimento delle franchigie, poi, non risolve alcun problema perché comunque il risultato dell’ISEE calcolato in questa maniera non dà la reale situazione economica della famiglia con all’interno persone disabili.

    Tirando le somme è evidente che questo governo per racimolare pochi spiccioli (la manovra sui disabili produrrà realmente poco) provocherà grandi danni alle famiglie; in questo modo la povertà per noi è dietro l’angolo. Seriamente, crediamo veramente che l’Italia la possano salvare i disabili?

    Certa di una Sua rifessione e sicura del Suo senso di responsabilità verso le fasce più deboli della società, rimango in attesa di un Suo riscontro e se vorrà potrà contattarmi al seguente indirizzo: paolaspadoni@alice.it

    Paola Spadoni
    Membro del Comitato 14 Settembre

    Membro del Coordinamento Nazionale Famiglie Disabili Gravi e Gravissimi.

     
    • aggregazioneatlantide

      4 febbraio 2014 at 22:29

      Cara Paola, come potremmo mai dimenticare il mondo della disabilità! Noi ci siamo limitati a ri-pubblicare quanto trovato su virgilio.it. Grazie di questa lettera: la pubblichiamo come nuovo post. A presto e buon lavoro!

       
  2. fausto

    19 febbraio 2014 at 12:25

    Comunque il redditometro è una buffonata in principio. Creo frotte di evasori con un sistema fiscale barocco che di fatto li avvantaggia, e poi faccio finta di rincorrerli. Una indecenza degna di noi italiani.

     

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